Dark End «Assassine» (2010)

Dark End «Assassine» | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
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Visualizzazioni:
1649

 

Band:
Dark End
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Titolo:
Assassine

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Animae :: Vox
Imajes :: Lead Guitar
Ashes :: Rhythm Guitar
Antarktica :: Keyboards
Specter :: Bass
Valentz :: Drums

 

Genere:

 

Durata:
1h 5' 34"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
2010

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Ritornano I Dark End, un gruppo Symphonic Black Metal di Reggio Emilia che recensii anche un paio d’anni fa con il loro debutto discografico “Damned woman and a Carcass”, un disco che non mi colpì granché in quanto decisamente troppo ancorato agli stilemi del genere, a un senso di “acerbo” diffuso in tutto l’album, e a chitarre e tastiere secondo me dalle influenze mai ben bilanciate.
Bene, ora tornano i nostri ragazzi (con un look molto alla Cradle of Filth) con quest’altro full length, “Assassine”, che condensa 11 tracce in ben 65 minuti e mezzo di musica. La voglia di paragonarli ai COF è forte, anche per via delle foto usate che mi fanno pensare “Ma questi vogliono essere bollati a vita come dei cloni dei COF?”, ed in effetti l’influenza di quel gruppo nei Dark End è marcata, prevalente, talmente tanto da oscurare gli sporadicissimi richiami ad altri gruppi Symphonic Black Metal blasonati come Anorexia Nervosa, Emperor e Alghazanth, tuttavia i DE riescono a non essere dei meri cloni. Se infatti è vero che la band non fa nulla per negare questo paragone, d’altro canto se ne distacca parzialmente proponendo un tipo di riffs molto più orientato verso tematiche heavy metal, e verso una maggiore presenza delle chitarre sotto i riflettori, che propongono diversi assoli nelle canzoni e permettono anche in questo di differenziarsi dal più famoso combo inglese.
Il meglio di questo album è dato dalla buona accoppiata centrale “Bounded, sisters of solitude” e “Two faced beast”, che ha un gradevole e rabbioso andamento in mid tempo con doppia cassa. Ciononostante, il resto dei brani è a dirla tutta un po’ altalenante. E questo perché spesso i DE hanno un po’ il difetto di mettere troppa carna al fuoco, di avere dei brani un po’ troppo lunghi, alle volte quasi allungati a forza, con la prolissità a fine canzone che diventa tangibile. Per questo motivo le canzoni in apertura, seppur belle, risentono di questo difetto, e anche quelle di chiusura manifestano questo difetto. Si arriva proprio per questo a fine album un po’ col fiatone, anche se contenti per non aver sprecato un’ora inutilmente.
In conclusione, è piacevole sentire ancora un album Black Metal sinfonico decente. Poche sono ormai le bands che mandano avanti questo genere, e ancor meno sono quelle bands sinfoniche decenti. Certo, con quest’album i Dark End per ora non vanno oltre il rango “Bel disco ma band di nicchia” visto che difficilmente i Dark End riusciranno a invertire il trend, ma se vi piace il Black sinfonico, provate ad ascoltarli non facendovi condizionare dalle foto in pieno stile Cradle of Filth utilizzate, e troverete una buona band.

Track by Track
  1. Tenebrae 1 – Spirit in Darkness 60
  2. Mater Terribilis 70
  3. An alchemic bizarre practice 65
  4. Poisoned lips of lust 65
  5. Bounded, sisters of solitude 80
  6. Tenebrae 2, For those who died 65
  7. Two faced beast 85
  8. Her majesty ogress 70
  9. The thorn, the pain, the horror 70
  10. Perinde ac Cadaver 65
  11. Tenebrae 3. Darkness in spirit 60
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 90
  • Qualità Artwork: 70
  • Originalità: 55
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
70

 

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